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Biografia

  • Data di nascita

    31 Luglio 1686

  • Luogo di nascita

    Venezia, Venezia, Veneto, Italia

  • Data di morte

    24 Luglio 1739 (età: 52)

Benedetto Marcello (Venezia, 31 luglio o 1º agosto 1686 – Brescia, 24 luglio 1739) è stato un compositore, poeta, scrittore, avvocato, magistrato e insegnante italiano, a lui è stato dedicato il Conservatorio di Venezia.

Benedetto, fratello di Alessandro Marcello, anch'egli compositore, era di famiglia nobile (nelle sue opere è frequentemente descritto come Patrizio Veneto) e, sebbene allievo di Antonio Lotti e di Francesco Gasparini, fu avviato dal padre a dedicarsi alla legge. Fu il più acerrimo nemico di Antonio Vivaldi che giudicava compositore volgare, modaiolo e che accusava addirittura di non saper mettere il basso (accusa pesantissima per un compositore come Vivaldi). Benedetto Marcello infatti avversava in toto il nuovo stile che vedeva una semplificazione dello stile melodico armonico per un'esigenza di comunicatività al pubblico, inoltre affermava che il melodramma che al tempo imperversava, era il male dell'Italia. Era un ottimo musicista e esperto conoscitore della musica antica. Si narra che un giorno mentre prendeva appunti musicali passeggiando all'interno di Santi Giovanni e Paolo a Venezia, cadde in un sarcofago aperto e svenne. Questo sarcofago venne chiuso da alcuni operai e Benedetto Marcello si trovò al risveglio "sepolto vivo". Quando dopo ore venne liberato, diede la colpa dell'accaduto alla musica e smise di avere a che fare con essa. Divenne così nel 1711 membro del Consilio dei Quaranta, e nel 1730 si recò a Pola come Provveditore. Poiché le sue condizioni di salute andarono peggiorando a causa del clima istriano, si ritirò dopo otto anni a Brescia, ove non molto tempo dopo morì.

Benedetto Marcello è spesso ricordato per il suo Estro poetico-armonico (Venezia, 1724-1727), lavoro che mette in musica, per voci e archi, i primi cinquanta Salmi, nella loro versione in parafrasi italiana realizzata da Girolamo Ascanio Giustiniani. Questi componimenti furono molto ammirati da Charles Avison, che con John Garth curò un'edizione con testi in inglese (Londra, 1757).

Altre sue composizioni sono rappresentate principalmente dalle cantate, per una o più voci; la biblioteca del Conservatorio di Bruxelles possiede alcuni interessanti volumi di cantate da camera composte per la sua donna amata. Sebbene Marcello stesso scrisse un'opera nel 1702, La Fede riconosciuta, a Vicenza, egli nutrì scarsa simpatia per questa forma di composizione, e diede sfogo alle sue opinioni sullo stato del dramma musicale a quel tempo nel pamphlet Teatro alla moda, pubblicato anonimamente a Venezia nel 1720; questo piccolo lavoro, che fu più volte ristampato, non solo è molto divertente, ma è anche un pregevole contributo alla storia dell'opera.

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